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Spazio calmo: definizione, normativa e utilizzo

Immaginiamo un edificio in emergenza: luci di allarme, persone che lasciano i locali, e alcuni occupanti impossibilitati a usare le scale. In queste situazioni entra in gioco il concetto di spazio calmo, un’area sicura dove chi ha difficoltà può attendere i soccorsi in condizioni protette. Introdotto nelle normative antincendio italiane da alcuni anni, lo spazio calmo rappresenta una componente essenziale della sicurezza inclusiva, garantendo che tutti – anche persone con disabilità o mobilità ridotta – abbiano un luogo di rifugio temporaneo durante un’emergenza.

Il quadro normativo di riferimento

decreto definisce lo spazio calmo come un luogo sicuro temporaneo, all’interno dell’edificio, dove gli occupanti possono restare protetti fino all’arrivo dei soccorsi.
La norma specifica che tali spazi devono far parte del percorso di esodo e garantire protezione dal fumo e dal calore per un tempo sufficiente a consentire il salvataggio.

Sono obbligatori in tutte le strutture in cui può essere presente, anche solo occasionalmente una persona con difficoltà motorie, come:

  • ospedali e cliniche;
  • scuole e università;
  • centri commerciali e grandi edifici aperti al pubblico;
  • uffici pubblici e sedi amministrative;
  • impianti industriali e produttivi multipiano.

In generale, ogni edificio complesso deve prevedere spazi calmi se la loro assenza impedirebbe un’evacuazione completa e sicura per tutti gli occupanti.

Caratteristiche tecniche e requisiti di legge

Il Codice di Prevenzione Incendi, alla sezione S.4.9, definisce le principali caratteristiche di progettazione.
Uno spazio calmo deve:

  • essere adiacente a una via di esodo e non ostacolare il flusso di evacuazione;
  • avere dimensioni minime di 0,70 m² per persona deambulante e 2,25 m² per persona in sedia a rotelle, per consentire le manovre in sicurezza;
  • essere protetto da elementi resistenti al fuoco (pareti REI 30 e porte E30-Sa, a tenuta di fumo freddo);
  • essere chiaramente segnalato con pittogramma conforme alla UNI EN ISO 7010 (E024 – area di rifugio);
  • disporre di un sistema di comunicazione bidirezionale per segnalare la presenza e ricevere istruzioni dai soccorritori.

La normativa precisa, inoltre, che il sistema di comunicazione deve essere installato a regola d’arte, in conformità con le norme tecniche pertinenti, tra cui la EN 62820-3-2 (sistemi interfonici per la sicurezza per edifici) e la UNI EN 81-28 per i sistemi di telesoccorso negli ascensori.

Comunicazioni affidabili negli spazi calmi

La comunicazione è l’elemento più critico per la gestione sicura di uno spazio calmo.
Durante un’emergenza, la possibilità di parlare direttamente con la control room consente di rassicurare gli occupanti e coordinare i soccorsi in modo tempestivo.
Per questo motivo, la norma EN 62820-3-2 stabilisce requisiti precisi per la qualità audio, l’affidabilità dei componenti e la resistenza alle condizioni ambientali più difficili.

I sistemi interfonici Commend sono progettati proprio per soddisfare questi requisiti. Basati su tecnologia IP, consentono comunicazioni bidirezionali in vivavoce con intelligibilità fino a 20 kHz, regolazione automatica del volume in base al rumore (Intelligent Volume Control) e soppressione digitale del rumore di fondo. Anche in presenza di fumo e rumore, o in condizioni di panico, la voce resta chiara e comprensibile, che permette una risposta immediata e precisa da parte del personale di emergenza.

Affidabilità e continuità operativa

Un sistema di comunicazione d’emergenza deve essere sempre disponibile.
Le soluzioni Commend integrano server ridondati e architetture distribuite, che assicurano la piena funzionalità anche in caso di guasto di una componente. Il server interfonico può essere fisico o virtualizzato (VirtuoSIS), collegato a una rete di terminali IP monitorati in tempo reale.
Ogni anomalia, per esempio la perdita di connessione o malfunzionamenti, viene rilevata e segnalata automaticamente.

Questa infrastruttura è conforme alle linee guida IEC 62443-4-1 e ISO 27001, che certificano la sicurezza del ciclo di vita dei prodotti Commend dal punto di vista informatico e operativo.

Gestione centralizzata e integrazione con altri sistemi

Le piattaforme Commend consentono una gestione centralizzata di tutti gli spazi calmi e dei sistemi di emergenza. Attraverso consolle operative dedicate o software di supervisione, il personale di sicurezza può visualizzare in tempo reale la posizione delle chiamate, attivare le procedure di emergenza e mantenere la comunicazione costante con gli occupanti. Ogni evento viene registrato e archiviato nel registro degli eventi audio/video, utile per verifiche e analisi post-intervento.

I sistemi sono pienamente integrabili con il Building Management System (BMS) o con centrali VoIP tramite protocollo SIP, permettendo di estendere la comunicazione anche verso numeri esterni o dispositivi mobili del personale di emergenza.

Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio: un esempio di applicazione degli spazi calmi

Un esempio concreto dell’efficacia delle soluzioni Commend è rappresentato dall’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano. La struttura, composta da 16 piani e dotata di 143 spazi calmi, utilizza un sistema interfonico Commend completamente IP conforme alla norma EN 62820-3-2.
Ogni terminale SOS è collegato a un’infrastruttura ridondata e supervisionata centralmente, che consente di comunicare con il personale di soccorso in tempo reale. La soluzione garantisce conformità normativa, massima affidabilità e un livello di sicurezza adeguato a una delle strutture sanitarie più avanzate d’Europa.

Tecnologia e responsabilità – l’innovazione intelligente

Lo spazio calmo è un elemento chiave della progettazione responsabile degli edifici moderni, nella quale norme ed etica cercano di trovare un nuovo equilibrio.
Le soluzioni interfoniche Commend permettono di rispettare pienamente le normative italiane ed europee, integrando sicurezza, continuità e comunicazione in un unico sistema.
Investire in tecnologie certificate significa garantire la protezione delle persone e dimostrare una reale attenzione alla sicurezza inclusiva: un impegno etico oltre che normativo.